Disbiosi intestinale

Definizione

Condizione caratterizzata da un'alterazione qualitativa e/o quantitativa del microbiota intestinale, ovvero dell’insieme di microrganismi che abitano l'intestino. In condizioni normali, questo ecosistema vive in simbiosi con l’organismo umano, contribuendo alla digestione, alla sintesi di vitamine, alla protezione dalle infezioni e alla modulazione del sistema immunitario.

 

Fisiopatologia

La disbiosi intestinale può essere causata da una dieta povera di fibre e ricca di grassi e zuccheri, dall’uso prolungato di antibiotici, da stress cronico e da fattori ambientali o metabolici. Questi fattori, anche combinati tra loro, possono portare a: perdita della diversità microbica, proliferazione di ceppi potenzialmente patogeni e produzione anomala di metaboliti. L'alterazione del microbiota intestinale, oltre a compromettere il processo digestivo, può rendere più permeabile la barriera intestinale, favorire il passaggio di endotossine nel circolo sistemico (endotossiemia) e innescare una risposta infiammatoria cronica.

A livello clinico non causa sintomi specifici, ma può manifestarsi con un ampio spettro di disturbi, da quelli più locali (gonfiore, alvo irregolare) a quelli più sistemici (stanchezza, infiammazione, alterazioni del metabolismo). Studi più recenti ipotizzano anche una relazione tra disbiosi intestinale e malattie psichiatriche come la depressione.

 

Miti da sfatare

Non basta assumere integratori a base di probiotici per “curare” la disbiosi intestinale. Sebbene i questi possano offrire un supporto utile in alcune situazioni, il loro effetto è spesso transitorio e fortemente influenzato dall’ambiente intestinale preesistente. Senza un’alimentazione adeguata, ricca di fibre fermentabili, e senza un corretto stile di vita, i batteri introdotti non riescono a colonizzare in modo stabile l’intestino.

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